Poesie

A Franca

Noi ti troviamo sempre
come un mare, un sole pulito,
una città millenaria:
sei sempre nella nostra casa
che brontoli sul tuo stesso amore.
Sei la nostra giovinezza
Perpetuata nel tempo.
Tornando dalle praterie della vita
ti chiediamo una torta di mele,
il tuo antico sorriso sulla soglia
ci dice che per oggi siamo assolti.
La tua leggendaria
mancanza di volgarità,
sfiori i letti dei tre maschi innamorati di te.
Sei l’unica Sposa dei paraggi
dotata d un cielo privato.
Misera la mia alterigia cade a pezzi
quando con gesti precristiani
la sera accendi la lampada.
Sergio Maldini

Roma, 12 novembre 1979

All’amica risanata

Ilare e ubiquitaria Cester Toso!
Sognando le caste pianure
del tuo Friuli sospeso come un quadro
hai avuto un attimo di tenerezza
che oggi la nostra arroganza
giudica esagerata.
Ma tutto è passato e torni alle aspre cave di Gonars
piena di illesa felicità.
Di nuovo si accendono i fuochi
per la gloria di Toni scampata.
Forti e consapevoli sorridono i tuoi geometri.
I ponti, i viadotti, i mausolei,
le case 1 che attendono il tuo soffio
perché tu le faccia vivere per sempre
già occupano la calda stufa del tuo cuore.
Il Friuli, spalancato e dormiente
come un mare d’inverno,
è qui, per dirti di rimanere,
per riabbracciarti.
Sergio Maldini

Roma, 26 ottobre 1980

A Roberto


Forse ti chiameranno nel Sahel.
Se lì sapessero le tue astuzie
di imbrigliatore di fiumi
ti chiederebbero di deviare il Nilo
nelle loro terre assetate.
Ma tu cosa farai?
Dove, nel Sahel, la cara Foscarina
potrebbe mantenere l’impegno
di sei picche surcontrate?
Amletico dilemma.
Noi, Roberto, non recrimineremo
se resterai qui fra i dolci ruscelli
di questa pianura senza orizzonte
spostando con ordine del sopracciglio
il corso dello Strangolin.
Ti doneremo un fiume in miniatura
perché tu possa mettervi
una barchetta piena d’amore.
Sergio Maldini

Santa Marizza, 24 aprile 1990

Ai De Michelis

L’editore dal volto umano
scorreva con gli occhi azzurri
le stanche parole dei poeti
alla ricerca forse,
di una rivelazione.
Emanuela, costola biblica di lui,
guardava le pianure silenziose
oltre le finestre.
Avevano gesti consueti
emettevano lievi crepitii di carta
sfogliando i giornali
(“a la vita, la vita!” talvolta mormoravano)
La luce friulana li faceva starnutire
Respiravano, vivevano
Proprio come voi e come me.
E poi dicono che non c’è più democrazia!
Sergio Maldini

12 giugno 1992

Essere felici dei propri luoghi e della propria cultura
È un segno di grande indipendenza intellettuale.
Sergio Maldini La casa a Nord-Est

I Dodi
Nel silenzio di Santa Marizza
il loro discreto respiro
è un atto dogale
elargito a un popolo estraneo.
Ma il loro amore per Santa Marizza!
Lei con i suoi berretti di San Pietroburgo
(uno junkerà la sfiorò al momento della rivoluzione)
sempre dolcemente curiosa della vita,
lui tra i cani nell’orto
che manovra tavole ingiallite dall’estate…
E mentre scrutano il cielo scarlatto della sera
Forse pregano un remoto Dio del Nord Est
perché li lasci stare in questo luogo.
Dimenticate le dorate quinte veneziane,
qui nella rude Santa Marizza,
borgo di centenari riluttanti,
nel vuoto celeste, ahimè di Santa marizza
i Dodi hanno istituito una patria, un amore.
Sergio Maldini

Santa Marizza, dicembre 1995